L’ombra di Sion e il muro di Park Avenue

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DI ROSANNA SPADINI

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La costruzione del muro con il Messico cominciò intorno alla metà degli anni novanta, sotto la presidenza Clinton, e oggi  il confine tra i due paesi, lungo 3.200 chilometri, è intervallato da una serie discontinua di recinzioni, inoltre è stato via via militarizzato, con la costruzione di una “barriera virtuale”, costituita da un sistema di sensori, telecamere e droni monitorati dalla polizia di frontiera. Dal 2010 al 2015, gli agenti di frontiera hanno ucciso 33 persone che provavano ad attraversare il confine. Sono state anche raccolte decine di denunce di abusi e di deportazioni illegali di migranti messicani.

muro-messicoTuttavia l’immigrazione e il narcotraffico non si sono fermati, le rotte migratorie si sono spostate e sono controllate sempre di più dai narcotrafficanti, mentre alcuni migranti camminano per più di 50 chilometri nel deserto dell’Arizona, tanto che dal 1990 sono stati recuperati seimila corpi di clandestini morti durante la traversata. Dunque riuscirà il nostro biondo eroe a costruire gli altri restanti 2000 km di muro? E soprattutto, riuscirà a farli pagare al Messico?

Intanto le tessere del puzzle si stanno ricomponendo lentamente, fino ad evidenziare la presenza inquietante di Sion nel governo ombra della Casa Bianca …  si sapeva già che Trump era stato finanziato da sionisti quali Sheldon Adelson, il miliardario proprietario di casinò, poi il figlio Eric ha reso ancora più evidente il fatto, dicendo che l’accordo nucleare con l’Iran avrebbe fortemente convinto il padre ad impostare la campagna presidenziale contro il disastroso accordo nucleare con l’Iran «che è il più grande sponsor del terrorismo nel mondo». Netanyahu ringrazia sentitamente, mentre Walid Phares, un importante consigliere di politica estera di Donald, assicura alla BBC che Trump riconoscerà Gerusalemme capitale ma lo farà per consenso e non straccerà il trattato con l’Iran, ma  lo rinegozierà.

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Hair Force One

Ma il “governo ombra” si anima di un’altra inedita presenza, quella di Jared Kushner, genero di Donald e marito della figlia Ivanka, che si sta confezionando un ruolo esplicito nell’entourage della prossima Casa Bianca. Jared Kushner, 35 anni, figlio di un ricco costruttore del New Jersey con trascorsi giudiziari per evasione fiscale, contributi elettorali illegali e reati di manomissione di testimoni, sta lavorando alacremente per bypassare i divieti sul nepotismo, con la creazione di un blind trust anti conflitto di interessi dove collocare i suoi asset e con la rinuncia a qualunque salario federale

Ebreo ortodosso, titolare di una grande fortuna immobiliare ed editore del quotidiano New York Observer, il rampollo miliardario sembra destinato ad avere un’influenza enorme nella Casa Bianca targata Trump. Ha contribuito  anche fortemente alla vittoria del suocero, organizzandone le strategie digitali. Molte volte Trump ha lodato il genero e ora ha chiesto che sia autorizzato a partecipare ai briefing quotidiani, nei quali il presidente viene fornito di informazioni top-secret.

Al giovane Jared piace lavorare nell’ombra, senza troppi clamori, e sembra che il suo intervento abbia determinato la rimozione dal team di transizione di Chris Christie, governatore del New Jersey, un nemico della famiglia Kushner perché responsabile dell’incarcerazione del padre, che durò 18 mesi. Una purga vera e propria insomma, compiuta lontano dagli occhi indiscreti dei media.

https://www.youtube.com/watch?v=uuOuS6mWciQ&list=PLipPIZGlFhha93MKoByWrV_5QIRrUXtN2

Kushner è molto meno conosciuto della moglie Ivanka, ma è chiaramente una figura che può muovere un’enorme influenza dietro le quinte. Mentre infatti il mondo aspettava le riprese dell’incontro alla Casa Bianca tra Donald e Obama, le telecamere hanno ripreso un giovane che passeggiava nel South Lawn, immerso in una conversazione con il capo del personale di Obama, Denis McDonough.

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Jared Kushner passeggia nel South Lawn, con il capo del personale di Obama, Denis McDonough

Nato e cresciuto in tutta comodità a Livingston, nel New Jersey, insieme a due sorelle e un fratello, i suoi nonni erano sfuggiti all’Olocausto dalla Polonia durante la guerra, e arrivarono negli Stati Uniti nel 1949.

Il giovane Jared  vince un posto ad Harvard nonostante i voti bassi, secondo Daniel Golden, autore de ” The Price of Admission”, l’anno della sua ammissione il padre Charles Kushner aveva donato 2,5 milioni di $ per l’Università, insieme con simili donazioni una tantum a Cornell e Princeton.

Ad Harvard il giovane Kushner, si era ritagliato un  profilo notevole, quando in un campus pieno di magliette e bermuda cargo, lui indossava camicie di seta e jeans dall’etichetta esclusiva 7 For All Mankind,  guidava una Range Rover intorno alla città universitaria, finché un compagno di classe lo ha ricordato dicendo «guarda sto cazzo di ricco».

ivanka-trump-jared-kushner-matrimonioIl matrimonio di Jared Kushner e Ivanka sposatisi nel 2009 dopo circa due anni di fidanzamento ha sancito la fusione di due importanti famiglie immobiliari di New York, e lei si è convertita al giudaismo per poi dichiarare su Vogue «E ‘stata una grande scelta di vita per me … ho davvero scoperto che l’ebraismo è fonte di tradizioni millenarie che fortificano la sacralità della famiglia. Da Venerdì a Sabato non facciamo altro che uscire insieme, e non usiamo i cellulari”. Ma la Torah sembra anche rappresentare un collante insolubile dal sapore politico, perché quando i critici hanno accusato il presidente eletto di fare appelli antisemiti, Kushner ha scritto immediatamente un editoriale sul suo giornale in difesa di Trump. Del resto Donald stesso, durante un raduno in Ohio nel mese di luglio, aveva dichiarato “Mia figlia è ebrea, i miei nipoti sono ebrei, ed io li amo”.

E poi Trump ha sempre incoraggiato il suo son-in-law a lavorare per la Casa Bianca, impressionato dopo averlo visto all’opera durante la propria campagna elettorale ed ora nella squadra di transizione come consigliere. C’è la sua mano dietro a purghe e riorganizzazioni in corso per rilanciare il team. Però due norme federali sono sulla sua strada, quella che vieta il nepotismo, cioè l’assunzione di parenti da parte di funzionari pubblici e lo statuto che mette all’indice anche la possibilità di prestare servizi volontari e gratuiti se questi incorrono in divieti legislativi. Jared Corey Kushner però è abituato al successo, ha sempre saputo sfruttare la sua posizione favorita per confezionarsi una carriera colma di soddisfazioni.

trump-hotel-pensylvania-avenueI vecchi consuoceri, Donald e Charlie, hanno ricevuto enormi ricchezze dalla loro frequentazione con i politici di entrambi gli schieramenti, infatti il successo su larga scala nel settore immobiliare dipende spesso da relazioni governative, così gli appalti fanno lievitare il patrimonio e vengono più facilmente controllati incentivi fiscali, licenze e ispezioni. Come ha detto Trump, spiegando i suoi contributi alle campagne al Senato di Hillary Clinton, «Io do a tutti, quando chiamano, io do. E sai una cosa? Quando ho bisogno di qualcosa da loro due o tre anni dopo, io li chiamo, e sono lì per me». Dal 1996 al 2004 Charlie Kushner ha dato più di $ 1.4 milioni ai politici democratici, e quando la Clinton ha vinto la corsa al Senato, ha fatto un pellegrinaggio alla casa dei Kushner sul Jersey Shore per la cena del Shabbos.

Jared intanto, tra il 2007 e il 2016 ha investito circa 7 miliardi di dollari in proprietà a New York City. Nel 2007, in particolare, mise a segno l’acquisizione record per un singolo palazzo negli Stati Uniti: 1,8 miliardi per il numero 666 sulla Quinta Avenue. Sempre quell’anno convinse il padre a vendere una quota in Aig prima della grande crisi, con un profitto da un miliardo. L’anno successivo ascende a chief executive del gruppo di famiglia. A soli 25 anni, cioè due anni prima, era già diventato editore comprando per dieci milioni l’Observer, che si è distinto per essere uno dei pochi giornali ad avere appoggiato Trump durante le primarie repubblicane. Quando poi è diventato di fatto responsabile della campagna, ha avuto l’astuzia di contattare decine di figure influenti, quali Henry Kissinger, Paul Ryan, Rupert Murdoch, e Roger Ailes.

I due rampolli miliardariequinox-park-avenue sono comunque una coppia di populisti  piuttosto improbabili … lui elegante, alto, e raffinato … lei esile, bionda, bellissima. Vivono a Park Avenue, dove chi parla di “muro” si riferisce più probabilmente all’impianto sportivo dell’Equinox, piuttosto che a quello al confine con il Messico.

E mentre i genitori di Kushner sono stati tra i finanziatori più rilevanti dei democratici della East Coast, anche i più grandi sponsor per la campagna di Clinton al Senato del 2000, Chelsea Clinton e suo marito sono amici intimi di Ivanka e Jared. Ma le note più rabbiose del Trumpismo rampante, per esempio il muro messicano, il divieto di ingresso agli islamici, la battuta di uccidere Hillary Clinton, da una parte hanno fatto un bel bottino di consensi, e Jared li ha saputi manovrare alla perfezione.

Però le tensioni  hanno toccato lo spannung quando, ai primi di luglio, il candidato premier aveva twittato un’immagine composita che evidenziava  Hillary Clinton e una stella a sei punte, su uno sfondo spalmato di dollari, con l’aggiunta di un commento infamante  “il candidato più corrotto di sempre“.

hillary-clinton-stella-davidAl che Dana Schwartz, una scrittrice d’intrattenimento dell’Observer, si lamentò sul giornale con “una lettera aperta a Jared Kushner, da uno dei vostri dipendenti ebrei”. In risposta Kushner fece la sua prima dichiarazione pubblica, citando il suo tragico background, ricordando i nonni sopravvissuti all’Olocausto, e scusandosi per l’errore commesso «L’America deve affrontare le sfide molto serie della globalizzazione  . . . sono certo che il mio father-in-law sarà in grado di  affrontarle”. Subito dopo la stella di David venne eliminata dall’immagine antisionista.

Per quanto riguarda l’ambiguità populista di Ivanka, lei avrebbe annunciato che la sua difesa della emancipazione delle donne e il suo sostegno alle imbarazzanti affermazioni del padre erano in perfetto accordo: «Come molti dei miei compagni  millennials, io non mi considero categoricamente repubblicana o democratica … infatti voto in base a ciò che ritengo giusto, per la mia famiglia e per il mio paese. A volte è una scelta difficile, però questa volta ho le idee chiare».

Intanto i primi appuntamenti di Donald Trump stanno alzando gli allarmi per la sua politica islamofobica,  preoccupanti in tal senso appaiono le nomine del tenente generale in pensione Michael Flynn come suo Consigliere per la Sicurezza nazionale, e quella di Steven Bannon come Capo di gabinetto. Entrambi gli uomini hanno parlato in termini ampi di una malattia all’interno dell’Islam e hanno trattato  l’estremismo islamico come una minaccia per l’umanità, proponendo sempre l’equivalenza Islam-Terrorismo.

Nihad Awad, direttore esecutivo del Consiglio per le Relazioni Americano-Islamiche (CAIR) ha dichiarato infatti che «Le prime candidature del presidente eletto Trump mostrano una tendenza preoccupante islamofobica che dovrebbe essere fonte di preoccupazione per tutti gli americani».

Steven Bannon, nazionalista bianco, sessista ed islamofobo, che piace a neonazisti e al Ku Klux Klan, ha costruito la campagna anti establishment di Trump, ed ha in passato lavorato per Goldman Sachs.

Mentre Steven Bannon dirigeva Breitbart dal 2012 ad agosto 2016, aveva promosso una linea nazionalista che ritraeva i musulmani come una minaccia terribile per gli Stati Uniti.  Bannon spesso aveva accolto figure accusate di pregiudizi anti-islamici, tra cui almeno sette incontri amichevoli con Pamela Geller, presidente della American Freedom Defense, cui il governo britannico nel 2013 aveva vietato l’ingresso nel Regno Unito, per la sua presenza “non favorevole al bene pubblico”.

Ma il punto forte della propaganda che ha partorito la presidenza Trump non è stato solo Breitbart, quanto il documentario “Clinton Cash”, il cui sottotitolo recita: “La storia non detta di come business e governi stranieri abbiano fatto ricchi Bill e Hillary”. Inizialmente il libro scritto dall’ex caporedattore di Breitbart, Peter Schweizer, era diventato un best seller del New York Times, poi fu tradotto in film documentario proprio da Bannon.

Lo scandalo ha dominato per mesi il dibattito americano, ed è stato fondamentale nel dipingere Hillary Clinton come il candidato dell’establishment della finanza globale, e di conseguenza, Trump come il candidato libero della società civile.

Già, perché se a primo impatto il lavoro di Bannon può sembrare quello di un semplice direttore di giornale online sensazionalista, in realtà lo spin di Trump è stato una figura chiave della campagna elettorale, anzi è stato proprio lui a riempire i discorsi elettorali di Donald della retorica sulle élite globali della finanza e delle banche «Clinton s’incontra in segreto con le banche internazionali per distruggere la sovranità americana».

Michael Flynnflynn_michael, da parte sua, ha definito l’Islam un cancro e in un tweet di luglio aveva linkato un video che asseriva «Il timore per l’Islam, che vuole l’80% dell’umanità asservita o sterminata, è del tutto razionale e quindi non può essere definito una fobia».

Michael Flynn, generale in pensione, chiamato nel 2012 da Barack Obama a dirigere la Dia (Defense Intelligence Agency), dopo due anni fu liquidato dal presidente per le sue posizioni considerate poco ortodosse e per qualche dichiarazione di troppo. Sosteneva che gli Usa erano diventati meno sicuri ed erano deboli nei confronti del terrorismo islamico, scrivendo sull’argomento anche un libro di successo insieme a Michael Ledeen, The field of fight, che presenta la guerra all’Iran come inevitabile per la salvezza degli USA.

Infine, ciliegina sulla torta, Mike Pompeo,  il parlamentare repubblicano che Trump  ha messo a capo della Cia, ha un solo scopo nella vita «Non vedo l’ora di smantellare questo accordo disastroso con il più grande Stato sponsor del terrorismo mondiale». Pompeo ha 52 anni e fa parte del movimento del Tea Party,  si è da sempre opposto all’Obamacare ed ha manifestato il suo dissenso alla chiusura di Guantanamo, il suo nome è tra i sostenitori del programma di sorveglianza dell’Nsa denunciato da Edward Snowden.

Quindi la prossima guerra si farà all’Iran? L’ombra di Sion ringrazia e gode come un riccio …

 

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

19.11.2016

 

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